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26 ottobre 2011 3 26 /10 /ottobre /2011 22:35

Picture0021 (2) A questo punto, molti si chiederanno: “Da dove viene l’autoconcetto? Come inizia? Come si sviluppa? Quali sono i fattori che maggiormente plasmano l’autoconcetto e come è possibile modificarlo una volta che si è costituito?” Si tratta di interrogativi fondamentali per i quali esistono risposte precise. Molti psicologi ritengono che ogni bambino nasca privo di autoconcetti. Ogni pensiero, sensazione, idea, opinione, convinzione che abbiamo da adulti è stato acquisito, a partire dalla prima infanzia. Ci è stato insegnato a credere alle cose in cui crediamo dalle persone che ci hanno circondato e dalle influenze che abbiamo avuto nel corso della nostra vita, specialmente da bambini. È vero che ogni individuo nasce con certi tratti di personalità, propensioni, talenti, inclinazioni e altre caratteristiche e qualità uniche. Alcuni psicologi sostengono che almeno il 60 per cento dei tratti della personalità, come il coraggio, l’estroversione, l’interesse musicale, la sensibilità, la capacità atletica ecc, è congenito e innato. Ecco perché bambini nati nella stessa famiglia, che hanno avuto gli stessi genitori e ricevuto un’educazione simile, risultano spesso essere così diversi tra loro. Ma in termini di autoconcetto, il modo in cui una persona pensa a se stessa e come si percepisce in relazione alle proprie abilità e potenzialità viene acquisito nella prima infanzia. Le vostre due qualità naturali Al momento della vostra nascita, venite al mondo con due qualità naturali. Primo, siete assolutamente privi di paure. Non avete alcuna ragione di aver paura, in quanto non avete fatto nessuna esperienza che vi abbia spaventati. La seconda qualità naturale è che siete completamente spontanei. Ridete, piangete, fate i vostri bisogni, dormite e vi esprimete senza preoccuparvi minimamente del fatto che qualcuno approvi o disapprovi. Queste sono le vostre qualità naturali in uno stato di natura. Da adulti, quando vi sentite completamente rilassati e sicuri, circondati da persone che apprezzate e di cui vi fidate, la vostra naturale tendenza è di tornare a essere completamente aperti e senza paure, spontanei ed espressivi. È la condizione ideale dell’adulto completamente felice e pienamente capace. A cominciare dalla prima infanzia, in base alle cose che i vostri genitori fanno e dicono, iniziate ad acquisire i due modelli di abitudine negativi primari che in seguito si trasformano nelle influenze più devastanti della vostra vita da adulti. Il primo modello di abitudine negativo che apprendete è detto modello di abitudine negativo inibitorio. Si tratta di quello che ben presto si trasforma in paura del fallimento, del rischio e della perdita. Da bambini, la vostra pulsione naturale è quella di esplorare il vostro ambiente. Cercate affannosamente di toccare, assaggiare, sentire e sperimentare ogni cosa che vi circonda. I vostri genitori, tuttavia, spesso reagiscono in maniera esagerata di fronte a questo comportamento, scoraggiandovi il più possibile. Dicono cose del tipo: “No! Vieni via da lì! Non toccarlo! Lascia stare!” Molti genitori rinsaldano parole e minacce con sculacciate e punizioni varie. I bambini hanno bisogno d’amore come le rose hanno bisogno d’acqua. L’amore è importante per lo sviluppo del bambino quanto il cibo. Qualsiasi interruzione del flusso d’amore incondizionato verso il bambino genera in lui nervosismo e paura. Alcuni psicologi affermano che virtualmente tutti i problemi dell’età adulta affondano le loro radici nel fenomeno “dell’amore negato” nella prima infanzia. Quando i genitori si arrabbiano col bambino a causa del suo naturale desiderio di esplorazione dell’ambiente e del mondo, lui non riesce proprio a capire che questo è dovuto al fatto che temono per la sua incolumità. Il bambino, al contrario, reagisce e risponde semplicemente pensando che “ogni volta che provo a toccare o assaggiare qualcosa di nuovo o diverso, mamma e papà si arrabbiano con me. Dev’essere perché sono incapace e incompetente. Dev’essere perché non sono bravo. Dev’essere perché non riesco a farlo”. Paura di provare cose nuove Questa sensazione del “non ci riesco” è l’anticamera dello sviluppo della paura di fallire. Se da piccoli venite scoraggiati o puniti troppo spesso, molto presto svilupperete la paura di provare cose nuove. Questa paura vi seguirà nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza fino all’età adulta. Dopodiché, tutte le volte che penserete di fare qualcosa di nuovo o diverso, qualcosa che comporti rischi o incertezze, la vostra prima reazione sarà “non ci riesco!”. Non appena vi ripetete le parole non ci riesco!, iniziate immediatamente a pensare perché non vi è possibile fare una cosa simile. Penserete e vi esprimerete in termini di fallimento, piuttosto che di successo. Penserete alle incertezze e a tutti i possibili rischi in cui potreste incorrere. Prima ancora di tentare qualcosa di nuovo, vi persuaderete a non farlo. Napoleon Hill, autore di Pensa e arricchisci te stesso (Gribaudi, 2003), una volta chiese al suo pubblico: “Qual è il numero medio di volte che una persona cerca di raggiungere un obiettivo prima di rinunciarvi?” Dopo diversi tentativi tra il pubblico, fornì la risposta: “Meno di una”. Il suo discorso verteva sul fatto che i più rinunciano ancor prima di aver tentato una volta. Rinunciano senza aver mai provato. Nonostante il desiderio di migliorare la propria vita, aumentare il proprio reddito e realizzare più di quanto stiano attualmente facendo, non appena il nuovo obiettivo fa capolino, i più reagiscono automaticamente dicendosi “non ci riesco!”; quindi, iniziano a pensare a tutte le ragioni che impediscono loro di aver successo. L’abitudine più importante che possiate sviluppare per ottenere grande felicità e successo è quella di ripetere a voi stessi, credendoci: “Riuscirò a fare qualsiasi cosa mi metta in testa di fare!” Il mantra più potente che possiate ripetervi, incessantemente, per neutralizzare e sopraffare il timore del fallimento, è questo: “Ci posso riuscire! Ci posso riuscire!” Le parole più gentili che un genitore possa dire al figlio, oltre a “ti voglio bene”, sono le parole “riuscirai a fare qualsiasi cosa tu ti metta in testa di fare”. È sorprendente come la vita di moltissime persone sia stata enormemente influenzata dall’effetto di una singola persona, un genitore, un parente, un amico, che ha semplicemente detto loro, ripetutamente: “Ci puoi riuscire”. Ciò che possono dire gli altri Il secondo modello di abitudine negativo che apprendiamo è il modello di abitudine negativo compulsivo. Questo crea la paura di essere rifiutati e criticati. Siamo tutti sensibili alle opinioni altrui, in particolar modo le opinioni e reazioni dei nostri genitori durante la crescita. I genitori spesso sfruttano il bisogno dei figli per controllarli e manipolarli. Concedono o negano approvazione e sostegno in base al comportamento del figlio nei diversi momenti. Quando il figlio fa o dice qualcosa che i genitori non approvano, immediatamente essi assumono un atteggiamento critico e di rifiuto nei suoi confronti. Dato che l’approvazione e il sostegno del genitore è come un’ancora di salvezza psicologica per la salute emotiva del bambino, egli ne risulta immediatamente colpito ed evita quel comportamento per riguadagnarsi l’amore e l’approvazione di mamma e papà. I genitori ben presto scivolano nell’abitudine di manipolare il bambino con il metodo della “carota e del bastone”. Alternano approvazione e disapprovazione, complimenti e critiche, per controllare e manipolare il comportamento del bambino. Un bambino non è in grado di capire cosa sta succedendo. Sa solo una cosa: l’amore e l’approvazione dei genitori sono indispensabili al suo benessere. Si tratta della chiave della sua salute emotiva. Perciò impara che “se voglio vivere serenamente, devo acconsentire”. Da piccoli, iniziate a plasmare il vostro comportamento per guadagnarvi l’approvazione, ed evitare la disapprovazione, dei vostri genitori. 

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